Il progetto si fonda su due idee: da un lato, recuperare l’edificio principale del complesso esistente; dall’altro stabilire nuove relazioni fra quest’ultimo e lo spazio vuoto che lo circonda.
Attualmente l’area è caratterizzata dalla presenza dell’edificio principale, un tempo adibito a pubblico macello e da una serie di altri corpi di fabbrica, privi di qualsiasi pregio architettonico. L’intervento prevede, dunque, una “ripulitura” dell’area, ipotizzando soprattutto la sua valorizzazione. Esso tipologicamente è assimilabile agli edifici di tipo basilicale. E’ infatti riconoscibile in pianta e in alzato il rapporto spaziale fra navata centrale e navate laterali, sebbene l’ingresso principale sia collocato sull’asse trasversale.
La suggestione dell’edificio basilicale ha condotto all’idea di ridistribuire le nuove funzioni all’interno e all’esterno dell’edificio privilegiando il senso longitudinale dell’impianto. Si è deciso, così, di posizionare un nuovo ingresso su uno dei lati corti dell’edificio, liberando la grande apertura preesistente sormontata da un arco a tutto sesto. Mentre, dal lato opposto, di sostituire il volume della superfetazione, introducendo uno nuovo che, riecheggiando un’abside basilicale, accentua la direzionalità dello spazio interno dell’edificio. Esso ospiterà nella navata centrale una grande area ludica attrezzata, mentre nelle navate laterali troveranno posto i servizi e le aule per attività didattiche.
Il nuovo rapporto fra l’edificio preesistente e lo spazio esterno, ormai liberato dai corpi estranei che un tempo coadiuvavano le attività del macello, è ricercato attraverso i rapporti che governano le dimensioni dei corpi di fabbrica, dando così origine ad una maglia ortogonale che definisce le regole scandendo una sequenza di fasce parallele alla direzione longitudinale dell’edificio ottocentesco.